Un toro ed un ariete; indi fattoRitorno alla natìa terra, offrir dèi
Agli Eterni del Cielo abitatori,
Giusto la lor possanza, a mano a mano, 340
Sacre ecatombe. Sorverrà dall'ondeMite e lenta ad estinguermi la morte,
Quando la piena età m'avrà consuntoE felici vedrò le genti intorno.
Tutto ch'io dico - aggiunse -, adempierassi."" 345
? 285 "Poiché affidârti di miglior vecchiezza
- Rispondea la magnanima - gli Eterni,
Ben ne giova sperar che di queste ancoFuture angosce trionfar potrai."
? 288 Eurìnome frattanto e la nutrice 350
Il letto nuzial con molli ammantiMetteano in punto delle faci al lume.
Assettato che l'ebbono in gran fretta,
Tornò al palagio e si corcò Euriclea.
Eurìnome, del talamo custode, 355
Con face in mano, precedea gli sposiAvviati a corcarsi; e come gli ebbe
Condotti, ritirosse; amendue lietiCompieano i riti dell'antico letto.
? 297 Telèmaco, frattanto, e' duo pastori 360
Cessare il piè fêr dalle danze e 'l fêroAlle donne cessar; corcati poscia
Nell'aula oscura, al sonno abbandonârsi.
? 300 Poi che gustar la tanto desiataAmorosa dolcezza, degli alterni 365
Ragionari prendean novo conforto.
Quanto la donna di virtù sostenneNel suo palagio, ridicea, veggendo
L'infesta schiera imperversar de' Proci,
Che sotto il velo dell'ambite nozze, 370
Molte pecore pingui e molti buoiSgozzâro e molti dogli di Lièo
Esaurîr. Dall'altra parte Ulisse,
Quanti fe' sopportar mali agli umaniE quanti ei stesso ne patì, narrava. 375
Piacévasi di udirlo Ella, né 'l sonnoLe palpebre le chiuse, anzi che tutte
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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