Spiran fecondatrici aure dal Cielo."
? 345 Vacillar le ginocchia, e 'l cor nel pettoMancar sentissi 'l veglio che ben certi
Conobbe i segni. Ambe le braccia intorno 445
Gettò all'amato figlio che il sorregge,
Tramortito. Ma come risentissi,
E gli spirti e' pensier l'alma raccolse:
? 351 "Giove padre - sclamò -, voi Sempiterni,
Certo regnate là sul vasto Olimpo, 450
Se de' misfatti lor gli iniqui Proci
Portâr pena condegna. Or lo sgomentoScuòtemi l'alma in sen: non gl'Itacesi
Incontinente qui piombino tuttiE non mandino ancor da tutte parti, 455
De' Cefalleni alle Città messaggi."
? 357 "Fa' cor, né di ciò càgliati. MoviamoVèr la magion, contigua all'orto; quivi
Con i pastor Telèmaco inviai,
Acciò posta ne sia ratto la mensa." 460
? 361 Dirèssersi ciò detto, in vèr la bellaMagione di Laerte, ed ivi entrati,
Telèmaco trovâro ed il pastoreDe' buoi, non che il caprar che molte carni
Trinciavano e mescean vino nell'urne. 465
? 365 Condusse allor la Siciliana fanteLaerte al bagno, il profumò d'essenze
E di splendido manto il rivestìo.
Palla gli si accostando, ingagliardìaDe' popoli 'l pastor, tal che egli appare 470
Vie più di prima grande e maestoso.
Come dal bagno dipartirsi 'l vide,
Sembiante a' Numi, stupì 'l figlio e disse:
? 373 "Certo alcun de' Celesti, o padre mio,
Di statura ti rese, di decoro 475
E di beltà mirabilmente adorno!"
? 375 "Perché non piacque - rispondea Laerte -
A Giove Sommo, a Pàllade, ad Apollo
Che qual già un tempo fui, quand'io regnavaI Cefalleni ed espugnai Nerìco, 480
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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