Seggendo tutti, a convivar si diêro. 520
? 413 Nunzia veloce, ìva la Fama intantoPer tutta la Città portando il grido
Della strage de' Proci. Udito il caso,
Di qua, di là con ululi ed istridaTumultuando il popolo accorrea 525
Al palagio d'Ulisse e tratti fuoraDe' portici i cadaveri, ciascuno
Diede a' suoi sepoltura. Ma que' tantiCh'eran d'altre Città, fûr tutti imposti
Di pescator sovr'agili barchette 530
E ricondotti alla natìa contrada.
Processero dolenti indi nel foro;
Come in gran calca s'adunâr nel mezzo,
Eupite surse ad arringar: confittoIndelebile duol stàvagli in core 535
Pel suo figlio Antìnoo che dall'eroeFu il primo ucciso; orò quindi piangendo:
? 426 "Ahi! quante, amici, macchinò costuiDisventure agli Achei. Di molti prodi
Carche le navi, al mar le spinge e tutte 540
Fa le navi perir, perir le genti.
Ritorna, e 'l fior de' Cefalleni uccide.
Su su, prima che a Pilo, o ch'ei ripariAll'Èlide, dominio degli Epèi,
Ratti moviamo o dell'infamia nostra 545
Alle future età sonerà il grido.
Ah! se de' figli uccisi e de' fratelliDa' micidiali non trarrem vendetta,
Non fìemi, no, più 'l viver caro; tostoGetterommi tra gl'inferi. Su via, 550
Non forse n'antivengano fuggendo."
? 438 Così disse in gran pianto, e gli Achei tuttiTocchi fûr di pietà. Ma sorvenîro
Medónte araldo ed il divin poeta,
Riscossi appena che si fûr dal sonno 555
Là nella reggia; al comparir che fêroD'improvviso nel mezzo all'adunanza,
Tutti restâro attoniti, ma 'l saggioMedónte in questa a ragionar si féo:
? 443 "Or, Itacesi, udìtemi; non senza 560
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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