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L'orrida guerra e le discordie atrociRaccendere fermasti o tra le avverse
Parti ristabilir concordia e pace?"
? 477 "Perché di ciò m'interroghi, o mia figlia?
Non fu tua mente, che reverso Ulisse, 605
Strage meni de' Proci? Or fa' tuo senno,
Ma quel che più s'addice, or da me udrai:
Poiché da' Proci alfin trasse vendettaIl prode Ulisse, d'amistade un patto
Sulle percosse vittime giurando, 610
Quivi regni egli sempre. In questo mezzo,
Dell'eccidio de' figli e de' fratelliNoi spirerem negli animi l'obblìo;
Ridesto in cor, qual dianzi, il mutuo affetto,
Rifioriscano lì dovizia e pace." 615
? 487 Pàllade già per sé volonterosa,
Slànciasi a questo dir, dalle superneVette d'Olimpo. Poi che di vivande
Saporose ciascun la brama estinse,
Ulisse comandò: "Qualcun di voi 620
Esca a veder se accòstansi i nemici."
? 492 Ratto di Dòlio un figlio uscì, ristetteSul limitar e vista una gran turba
Appropinquarsi: "Èccoli - al Re gridava -,
Accorron tutti; armiàmoci al più presto." 625
? 496 Surser tutti e s'armâr: quattro i guerrieriCon Ulisse e sei fûro i Doliàdi;
Presser anco dell'elmo il crin canutoLaerte e Dòlio a fiere strette addotti.
Vestiti di lucenti armi, le porte 630
Apersero e sboccar: guìdali Ulisse.
Ed ecco Palla a lor si aggiunge, assunteLe fattezze di Mèntore e la voce;
Vìdela Ulisse e ne gioì; repenteO Telèmaco! - sclama -, o figliuol mio! 635
Quand'irrompendo tu vedrai la pugnaLà, 've i prodi s'illustrano, non mai
Contaminar de maggior tuoi la stirpeChe del pari gagliarda e valorosa,
Tutta del suo gran nome empie la Terra.
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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