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? 510 Ed il garzon: "Vedrai, se ciò t'aggrada,
O padre amato, che da' maggior miei,
Come tu il m'accomandi, io non traligno."
? 513 Laerte giubilò: "Qual dì fia questoPer me, numi del Ciel? Pur viva gioia 645
Il cor m'inonda: per desìo d'onoreContendono tra lor figlio e nipote."
? 516 Qui Palla gli si accosta. "Arcesiàde!
O de' compagni miei tutti 'l più caro,
Alza alla Diva dallo sguardo azzurro 650
I vóti, e al suo gran padre; e la lung'astaPalleggiata, di subito l'avventa."
? 520 Ringagliardito da quel dir Laerte,
Orò a Minerva, e palleggiata l'astaDi lung'ombra, scagliolla e colpì Eupite 655
Nel mezzo all'elmo. Non sostenne il rameL'impeto fier della ferrata punta
Che fuor fuor trapassò. Con fragor caddeEupite e l'armi gli sonâro intorno.
Qui piombâr sulle file antesignane 660
Ulisse e 'l figlio illustre e ne fêr scempio:
Or con le ancipiti aste, ora col brando.
Ned alcun più redìa, se non che Palla
Mise un fier grido ed affrenò le turbe.
? 531 "Cessate dalla guerra aspra, Itacesi! 665
Sangue non più; divisi ìtene tosto."
Allibîr tutti, impaurîro; l'armiVolano di lor man; d'aste e di spade,
Al gridar della Dea, sparsa è la terra.
Fuggon vèr la Città, bramosi tutti 670
Di porsi a salvamento. Ulisse in questaMette un terribil grido e su' fuggenti,
Al par d'alti-volante aquila, piomba.
Se non che Giove l'avvampante folgoreContorse e l'avventò davanti a' piedi 675
Dell'occhi-glauca Dea. Vòlsesi un trattoAd Ulisse Minerva: "O di Laerte
Sagace inclita prole, or via t'acqueta,
Questa furia di guerra in cor reprimi
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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