Questo medesimo affetto, colpa la contratta [338] abitudine di mirare costantemente le cose da una sola faccia, il condusse altresì a plaudire fino alla nausea il governo napoleonico, parendogli quasi che la semplicità e speditezza degli interni ordinamenti, ed il rispetto alle forme giuridiche nelle controversie di privato diritto, fossero anticipata caparra di quella politica rigenerazione del popolo greco, che non ebbe mai parte neppure ai sogni dell'uomo a cui porgeva così senz'avvedersene gl'incensi dell'adulazione. Allo stesso modo celebrato avea prima l'apparire della bandiera democratica di Francia e quello dei Russi; né di minor lode più tardi fu largo al sopravvenir degli Inglesi, nella protezione e nello Statuto dei quali ebbe fede fino all'anno 1830. Giunto allora al limitare della vecchiezza si avvide di avere fino a quel dì trascorsa la vita di delirio in delirio; e pose freno ad una lode che il giudizio imparziale della storia dirà forse tanto immeritata, quanto l'atroce sua bile contro ogni veneziana memoria. Non per questo si fe' muta la sua Musa, ma solo cangiò tema a' suoi carmi. Morì il 12 settembre 1850. Se meno bollente animo avesse il Delviniotti da natura sortito, per cui meno prontamente avesse obbedito agl'impeti di una prima impressione, onde gli accadde così di sovente scambiare le speranze coi fatti, avrebbe lasciata assai miglior fama e come scrittore e come uomo politico
. (Ringrazio Filippo Maria Pontani della Scuola Normale Superiore di Pisa per avermi segnalato questa pagina e fornito indicazioni orientative preziose e puntuali - V.V.)
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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