A fare l'Italia bisogna disfare le sêtte.
UGO FOSCOLO, Discorso Primo
sulla Servitù dell'Italia
GIOVANI!
A voi dedico la succinta narrazione dei fatti e rivolgimenti, dei quali fin dal 1833 fui testimone e parte; perché conosciate la ragione dell'odio profondo, che deve nutrire il patriota italiano contro il papato, il dispotismo interno, e la dominazione straniera; - perché conosciate gli uomini, ch'ebbero in mano le sorti patrie nel 1848, e che pretendono dare oggi la direzione al moto nazionale; - e conosciate infine gli errori, che di rovescio in rovescio hanno condotto gli Italiani nella presente schiavitù, ed i repubblicani nella discordia, nella sfiducia, e nell'impotenza.
Dalla esposizione delle quali cose verrà in luce:
Che le norme direttrici di chi ha cuore italiano esser debbono la Cospirazione e l'Azione; costanti, efficaci, potenti; e non cieche o pazze o meschine, siccome furono sino ad ora;
Che dovete voi stessi fare la rivoluzione, e non aspettare inerti che vi venga da noi; i quali, nella maggior parte, per l'esiglio di molti anni, siamo ignari delle reali condizioni dell'Italia;
Che siete tratti in inganno, quando vi si dice aver noi, fuorusciti, potenza di mezzi in armi, in danaro e uomini, atti a porre in rivoluzione gli Stati Italiani;
Che, non mettendo a calcolo i soccorsi che noi medesimi possiamo recarvi, avete incessantemente a spiare gli andari tutti del nemico; organizzarvi in segreto e con attività, onde conoscervi l'un l'altro, e alla prima occasione levarvi tutti come un sol uomo;
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