Dal canto suo, il duca di Modena diè mano agli impiccamenti, ed immolò alcuni dei più distinti Italiani per ingegno, amor patrio e stima universale. Negli stati in rivoluzione, e in quelli stessi ove soltanto era apparso qualche indizio di riscossa, furonvi prigioni, esigli, confische, e buon numero di famiglie travolte nel pianto e nella miseria.
Agli andazzi di furibonda e presta reazione tenne dietro lo spionaggio, ridotto a sistema, e s'inaugurò il regno delle corruttele e degli assassinî governativi.
Non pago il papa al dispotismo esercitato sotto gli auspici delle baionette francesi e austriache, pensò d'instituire un corpo di milizie irregolari, cui diede nome di Centurioni.
A questo, i più assennati tra i liberali consigliavano dovere ognuno indistintamente inscriversi ne' ruoli. Dicevano, e non senza fondamento, che si presentava occasione di esercitarsi alle armi, di convenire assieme, di farsi padroni del campo non appena gli stranieri avessero lasciato lo stato, di avere tacitamente una guardia nazionale, ossia un piccolo esercito costituito.
Gli sciocchi e coloro che guardano alla corteccia, anziché al midollo delle cose, derisero gli avvisi salutari, dicendo che non volevano né manco per apparenza essere soldati del papa. Si preferì adunque di starsene inermi; che ne avvenne? Mi accingo a dirlo.
Le nuove milizie si raggranellarono tra' contadini nelle campagne, e tra' facchini nelle città. I primi si esonerarono dall'obbligo di portare la ghiaia per mantenimento delle pubbliche strade e di alcuni altri pesi; si diede ai secondi un sussidio quotidiano.
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