Si chiamavano le prime Sanfedismo, e Società Ferdinandina; le seconde Massoneria, Carboneria riformata, e Associazione dei Muratori. Alle quali è d'uopo aggiungere quella della Giovine Italia, istituita da Giuseppe Mazzini nel 1831. La quale, quantunque non popolare, e non repubblicana, tendeva più delle altre due a uno scopo positivo, di guerra, di unità e d'indipendenza patria.
Avvicinandosi l'anno 1838, le truppe francesi ed austriache lasciarono lo stato: e i liberali cominciarono a concepire nuove speranze.
A quest'epoca appunto mi trovava a compiere gli studî nella Università di Bologna, e veniva in grande dimestichezza con alcuni giovani, che si dicevano capi-sezione delle varie società segrete liberali. La Carboneria, la Massoneria, e l'Associazione dei Muratori non erano in generale in grande concetto; i loro membri sembravano fiacchi e quasi stanchi. Invece gli affiliati della Giovine Italia, come avviene di qualunque instituzione che sia sul nascere, mostravano grande ardore e personale abnegazione. Virtù, moralità, libertà patria, aspirazioni e pensieri di nuova religione - non formulata però - erano le parole che ad ogni istante si udivano da loro.
Ma questo fare cessò ben presto; e nel 1842, degli adepti a questa associazione, alcuni se n'erano distaccati, dicendo che non faceva mestieri di società segrete per redimere l'Italia; ed altri, abbandonando tutto ciò che sapeva di poesia e di sentimentalismo religioso, ne seguivano soltanto i precetti che accennavano all'azione: i soli pratici, logici, e degni veramente degl'Italiani.
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