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      Sul far del dė riprendemmo il nostro cammino; la campagna, le castella e le boschive montagne per le quali si passava, ci ricreavano alcun poco; e tale sensazione ne veniva maggiormente accresciuta dal pensiero, che in breve si aveva di nuovo ad essere racchiusi tra quattro muri. Assai di lontano vedemmo sorgere San Leo; ed io andava ripetendo l'antico adagio degli abitanti delle vicinanze:
     
      Sol un Pepa,
      Sol un De',
      Sol un forte di San Le'.
     
      Quando l'orizzonte č chiaro, si vedono le montagne della Dalmazia; e le bianche vele, e i presti e sottili legni che solcano il seno dell'Adriatico, e le azzurre onde di questo, e le verdeggianti campagne che si distendono dal forte alla marina, fanno una vista ricca di svariate bellezze.
      A settentrione evvi la piccola cittā di San Leo: essa giace al pič del forte, col quale comunica per mezzo di un cammino assai erto e fatto di svolte. La cittā, che novera un 500 abitanti o a quell'intorno, č fortificata e recinta di alte mura. Ha una sola porta d'ingresso, e un ponte levatoio.
      Il forte di San Leo venne edificato nei secoli che precedettero il mille, dai signori di Montefeltro; ivi prese ricovero Giovanni XII, papa, con Berengario, quando Ottone il Grande vi pose assedio. Esso sorge maestosamente sul picco di altissimo monte di macigno, ed ha forma triangolare. Nei tempi di mezzo, e quando le artiglierie non erano ancora in usanza, si aveva per imprendibile: signoreggia i monti e le castella circostanti: ed all'intorno, se si eccettua la parte settentrionale, non ha che dirupi.


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Memorie Politiche
di Felice Orsini
pagine 371

   





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