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      Io mi sto certo ch'essi faranno il loro dovere rassegnandosi alla sorte; dove no, procedo alla militare: piombo e baionette
      .
      Com'ebbe così terminato, ci fece mettere tutti assieme in una segreta detta Spicco, la quale per aver servito da caserma, era una delle migliori. Le famiglie ci mandavano denari per vivere del nostro; ma il governo non permise mai che si spendesse giornalmente più di sei baiocchi a testa(2). Del rimanente, un sacco di paglia, una coperta di lana, ecc. Il comandante era il maggiore Debanni, che aveva militato sotto Napoleone: uomo piuttosto leale, sui cinquant'anni o poco più, esattissimo nel suo dovere, ma umano. Ci prestava dei libri da leggere e studiavasi di alleggerire la nostra condizione. Soleva dire: "Ho prestato giuramento ai preti, e sinché avvi un cappello di loro, mi batterò per essi: rispetto le opinioni di ognuno, e so quali riguardi debbono essere usati ai prigionieri di Stato".
      Il tempo, come si può di leggieri immaginare, era lungo: lungo, non ostante che fossimo insieme ed avessimo qualche libro. Un dì tra gli altri, il comandante, che ben di sovente ci veniva a visitare, disse: essere stata tentata una spedizione armata nelle Calabrie; presi ed arrestati i condottieri, moschettati i fratelli Bandiera ed alcuni altri Italiani. Tale una notizia ci riempì di tristezza: nuovo sangue italiano versato pel conquisto della libertà; nuovi martiri, e inutilmente! Oh! come pungente è l'annunzio di arresti e di vittime fatte pel principio, pel quale noi stessi siamo prigioni!


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Memorie Politiche
di Felice Orsini
pagine 371

   





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