Ma le più belle speranze concette furono tronche alla vigilia quasi di vedersi soddisfatte. Sopravvenuta le morte di Gregorio XVI, e vedutosi dalla corte romana il nembo, che stava per isciogliersele addosso, s'ebbe per il meglio di scendere alle buone colle popolazioni, e di mettere così un argine alle velleità della Casa di Savoia.
Pervenuto a questo punto della narrazione, restringo le mie considerazioni a pochi fatti generali, dimostranti lo stato degli animi al momento in cui Mastai Ferretti fu eletto al pontificato:
1°) fermento universale e tendenza ad una rivoluzione;
2°) il partito repubblicano ridotto ai minimi termini, stretto in amicizia e in lega coi moderati;
3°) la Giovine Italia del tutto posta a parte e in discredito;
4°) per la propaganda di Carlo Alberto, le speranze rivolte a lui e alla sua armata;
5°) per gli scritti di Balbo e di Gioberti, allora in voga, lo spirito nazionale esteso universalmente tra la gioventù delle Università, tra i letterati, e perfino tra alcuni dell'aristocrazia: ma non più in là d'indipendenza nazionale.
CAPITOLO QUARTO
All'annunzio dell'amnistia, quasi tutti coloro, che avevano esulato dal 1821 al 1845, rientrarono nello Stato papale, e furono accolti dalla gioventù, che li ebbe per eroi, con dimostrazioni non comuni di gioia e di entusiasmo. Vi era del buono tra di essi, ma la maggior parte aveva contratto costumi e pensamenti stranieri; deposto il giovanile ardore per l'età ed il sopravvenire di miserie, di disinganni; dimentica la patria per nuovi interessi, amici e parentadi; acquistato un fare di moderazione, e sì distinto dall'indole che avevano mostro al sorgere de' moti italiani, che davano di che maravigliare all'assennato politico.
| |
Gregorio XVI Casa Savoia Mastai Ferretti Giovine Italia Carlo Alberto Balbo Gioberti Università Stato
|