Non mancavano, come sempre, dall'estero speranze, benché lontane, di appoggio alla nazionalità italiana, ed alcuni personaggi altolocati facevano causa comune coi patrioti. Menzogne; tutta biacca ingannatrice per nascondere le bruttezze di loro anima, la quale ben presto scomparve alla più lieve brezza, che nell'orizzonte politico insorse a favore del vecchio dispotismo.
XVIII. Nelle provincie Lombardo-Venete, il primo pensiero di ognuno era la cacciata dello straniero; nel rimanente dell'Italia, invece, le riforme; e dopo queste la causa dell'indipendenza. Ma con chi la guerra? d'accordo coi principi riformatori: strana imbecillità!
Questo l'effetto degli scritti dei moderati; dell'avere, chi dicevasi repubblicano, Mazzini, transatto col papa; delle dottrine umano-religiose della Giovine Italia. Da ciò nacque, che il popolo italiano non si scosse fino nelle viscere; che la rivoluzione rimase parziale e costituzionale, che non furono messi in moto gl'interessi tutti della società; che il contadino si stette muto e inerte alla guerra, che non intendeva; che dopo un primo slancio, l'entusiasmo si spense anche tra le popolazioni della città.
XIX. Ma a lato di questo fatto quasi universale ve ne aveva uno di ben altra natura: fatto grande che dimostrò non essere in noi spento il genio dell'azione: fatto indipendente da qualunque artifiziale influenza; scaturito dal fondo del cuore di un popolo gemente sotto la oppressione della verga; che rammenta essere gl'Italiani i discendenti(8) veri di coloro, che nel secolo dodicesimo improvvisavano mura e città, volavano in massa a sostenere i fratelli; calpestavano gli odî municipali, le intestine discordie, e trasportati da grandezza e profondità di passioni, cacciavano in fuga lo straniero potente per numero, valore e volontà di vincere.
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