Irritato a ciò il Triumviro, recossi subito alla Camera, fece palesi le parole del colonnello, persuase alla resistenza armata; e l'Assemblea, di mezzo agli applausi e all'entusiasmo, decretò le ostilità contro i Francesi. Il dado era gittato: gli inviati spediti al campo rimasero inutili; la pace non più possibile; guerra e poi guerra.
Questa adottata, dovevasi almeno spingere innanzi con ogni mezzo possibile; ma no: il difetto stesso di senno pratico, che aveva fatto precipitare Mazzini nel dichiararla, lo ebbe spinto ad altro errore. Venne Lessèps: il generale francese voleva tempo; qui stava l'inganno del governo di Francia; e l'illustre Triumviro, caduto nella rete, incominciò trattative per un accordo pacifico quando era ridicolo il pensarvi; quando la pace doveasi per logica politica risguardare come un sogno; quando l'onor delle armi francesi non avrebbe mai permesso all'armata di dipartirsi senza una battaglia vinta. E così si perdettero i giorni in note diplomatiche(13), e fu dato agio a Oudinot di ricominciare le ostilità con frutto.
Riassumiamo: errori del Triumvirato, ossia di Mazzini:
1°) difetto di misure radicali e rivoluzionarie;
2") non avere portata la rivoluzione nel reame di Napoli;
3°) precipitazione nel dichiarare la resistenza ai Francesi;
4°) il 30 aprile non aver dato ordine a Garibaldi di ricacciare i Francesi in fuga sulle rive e al di là di Civitavecchia;
5°) essersi lasciato ingannare dal colonnello Le Blanc;
6°) perdita di tempo prezioso in venti giorni di note diplomatiche, che non potevano logicamente riuscire ad alcun che: - fatti, che hanno mostro a chiare note essere vera l'accusa datagli di non aver senno pratico politico.
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