Pagina (85/371)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Entrati, avrebbero dovuto coi fucili del corpo di guardia correre nel quartiere, e a colpi di baionetta assaltare il rimanente de' militi ivi stanziati. Mancato a questo, e' furono perduti. Mentre compievasi un fatto sì eroico, niun altro moto sorgeva contro le caserme: e tutto limitavasi a pugnalare alcuni soldati che trovavansi tra via(15). Sicché in un lampo ogni cosa sfumata.
      Se l'ardimentosa impresa destò da un lato la meraviglia e lo spavento nel comando militare, pose dall'altro in commozione gli abitanti di Milano, e s'ingenerò in un subito quel sordo agitarsi e bucinare di popolo, che è foriero di rivoluzioni: un accidente solo avrebbe bastato a dar fuoco all'incendio. Ma gli Austriaci, prevedendo la burrasca, usarono di una prudenza straordinaria: non un soldato ebbro di vino, non un'ingiuria a chicchessia. Ma passati quei primi istanti di bufera, s'incrudelì poscia e senza fine: nessuno fu più sicuro, né fuori, né nelle private abitazioni: il dispotismo militare in pieno vigore.
      Andato in fallo il tentativo di Milano, nulla fu possibile di effettuare nelle altre città d'Italia, e gli agenti spediti tornaronsene, dopo aver superati non pochi ostacoli, pericoli e fatiche. Gli emigrati non se n'erano stati nell'inerzia, ed ai confini del Piemonte alcuni di loro aveano tentato di sboccare con armi e munizioni sul territorio lombardo: la polizia sarda seppe ciò per tempo e mandò soldati che impedirono la riuscita del piano(16).
      Conseguenze dell'accaduto:
      1°) il partito repubblicano, sino allora potentemente organizzato, a guisa di nobile vascello urtato in uno scoglio, andò in piccolissimi frantumi;


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Memorie Politiche
di Felice Orsini
pagine 371

   





Milano Austriaci Milano Italia Piemonte