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      1°) passare il confine in ventinove, e pochissime munizioni; essere ricevuti dagli uomini di Fontana come traditori, o almeno mancatori di fede; sendoché eglino s'erano mossi colla promessa formale di avere da me armi e munizioni in abbondanza;
      2°) affrontare i bersaglieri; iniziare un fatto di guerra civile con soldati, cui assolutamente non era mente mia di combattere(21); ed esporsi ad essere noi in ventinove, con quattordici fucili, trucidati da soldati dei migliori che siano in Europa;
      3°) ritirarmi, e tentare il moto nel giorno o nella notte prossima: ciò non era effettuabile; al mattino la cosa sarebbe stata pubblica, e dovunque avremmo trovati soldati sardi e modenesi; la sorpresa non avrebbe avuto più luogo;
      4°) ritirarmi e desistere da ogni ulteriore impresa: al che, oltre alle suddette ragioni, veniva persuaso dal non avere, per quante indagini si fossero fatte, saputo nulla dell'avvicinamento di Cerretti e Pepoli con quei della Spezia.
      Fermo questo partito, i giovani di Sarzana nascosero le armi, e si dispersero.
      Que' del Ducato rientrarono, e fu spedito un messo a Fontana, perché ordinasse senza più ai suoi di tornare alle rispettive abitazioni. Quanto a me, Merighi, Ricci, Nisi, e Torre Angeli, prendemmo per le vicine colline. Il mattino seguente Fontana ci raggiunse; e Nisi e Torre Angeli ci lasciarono, avviandosi con una guida alla volta di Torino. Rimasti in quattro, ci ricoverammo in una capanna, e ci mettemmo in comunicazione con que' di Sarzana e della Spezia, onde trovar modo di noleggiare una barchetta, e costeggiando recarci a Genova ed a Nizza.


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Memorie Politiche
di Felice Orsini
pagine 371

   





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