Dopo due mesi(22) di segreta, mi fu intimato lo sfratto, e posto a bordo di un vapore che andava a Marsiglia: diedi un addio all'Italia. Traversai la Francia in sette giorni, e mi condussi a Londra.
Torniamo addietro.
Perché Cerretti non trovossi al convegno nell'ora indicata? Sino dalle otto antimeridiane del 1° settembre eragli stato spedito l'ordine.
Dai compagni s'ebbe le più strane accuse. Certo che il suo mancare fu cagione che non si passassero le frontiere, e che non avesse luogo per conseguente l'impresa. Egli vi si recò invece verso le tre del mattino del 2 settembre, ma questo ritardo valse appunto come s'egli avesse totalmente mancato.
Qualunque ne fosse il motivo, egli, al mio imbarco per Marsiglia, recossi pallido a bordo del vapore, e fece mostra di darmi de' fogli scritti a sua giustificazione. Al che, trattandolo freddamente, risposi: non ne aver d'uopo.
Del rimanente, non diedi mai fede alle stolte accuse di spia, di traditore, ecc., che gli si apponevano, le quali sogliono sempre insorgere quando un fatto riesce a male, e sono proprie de' settarî e delle fazioni. Cerreti mancò per incapacità, per non avere ben calcolato il tempo, e forse anco per certo timor panico. Ei fu nulladimeno la precipua cagione del rovescio. Se poi fosse venuto, la nostra condizione, a parlar vero, non cambiava già di molto, perché niuno della Spezia avendo tenuto la promessa di recarsi alla spedizione, il numero dei fucili sommava a otto o dieci, con altrettanti giovani venuti da Nizza.
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