I danari furono consegnati a me, il rimanente imbarcato sotto specie di letti di ferro.
Da un mese incirca il mare era così cattivo, che non avremmo potuto imbarcarci senza il massimo della imprudenza: il battello noleggiato già da qualche tempo pel trasporto si arenò alle foci della Magra. Gli agenti genovesi furono costretti di noleggiarne un altro: da ciò perdita di tempo.
Mazzini in questo mentre perveniva a Ginevra; scriveva con impazienza: si facesse; e rimproverava il ritardo.
Quanto a Ricci, assicurava essere i fucili una meschinità di numero; gli uomini pronti di San Terenzo, di Massa e Carrara sommare a qualche migliaio; versare in dubbio, se si aveva a tentare con sì scarsa quantità d'armi. Alla fine si decise pel sì.
Il sabato 3 di maggio, in sul mezzodì, Ferrari, P[etriccioli Giuseppe] ed altri recaronsi a prendermi; io, Fontana, e un emigrato di Massa e Carrara, ex-uffiziale, andammo a bordo del battello che ci attendeva nel porto. L'ungarese ricevette del danaro e mancò: per questo mi credetti autorizzato di prendere il Carrarese. Facemmo vela sul far della sera, ma il mare era sì grosso che ne fu forza rientrare quasi subito.
Ricci con dieci emigrati, pei quali assunse sopra sé stesso ogni responsabilità, s'imbarcò sul vapore il Ferruccio. Le intelligenze erano:
1°) che avesse messo dal canto suo uno o due uomini di sentinella sulle coste vicino alle bocche della Magra;
2°) che ove noi fossimo giunti di giorno, il capitano avrebbe preso terra, e fatto capo a San Terenzo;
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