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      Di mezzo a molta confusione si sbarcarono le armi e gli uomini. Questo fatto, dissi:
      Aspettate i miei ordini, e studiatevi di stare celati tra gli ulivi
      .
      Quindi me ne avviai con un battello alla volta di San Terenzo.
      Com'ebbi preso terra, spedii due messi a Fontana; e nello stesso momento ne venne uno dei suoi dicendo esseri gli uomini pronti pel sabato sera. Risuosi che vi contavo immancabilmente, aggiunsi danaro al già sborsato, e non rimase che un quattrocento franchi.
      Nello stesso momento noleggiai una tartana del capitano Cal[afatti], ad oggetto che questi si recasse subito a prendere gli uomini e le armi, e li conducesse un sei miglia lungi dalla vista delle coste sarde, dove sarebbero stati intangibili. Il capitano chiedeva per tal ufficio trecento franchi; si convenne per duecento, che volle anticipati.
      Ciò avuto, egli partì fornito altresì di viveri pe' giovani imbarcati. Quanto a me, non mi mossi dal punto dov'era per stare in corrispondenza continua con Fontana e per raggiungerlo, non appena avessi saputo che le armi e gli uomini fossero in salvo.
      In tutto questo, P[etriccioli] e i giovani di San Terenzo mostrarono ardore, disinteresse ed attività.
      Stava attendendo l'esito del battello spedito, quando mi si annunziò le armi essere prese, i giovani in fuga, incalzati da gendarmi e da bersaglieri. Ed ecco come fu:
      Vicino al luogo dello sbarco delle armi c'era un pescatore. Costui, credendo fosse un grosso contrabbando, fece la spia, per avidità di danaro, ai doganieri sardi.


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Memorie Politiche
di Felice Orsini
pagine 371

   





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