Infamie inaudite!
Nello stesso giorno giunse da Genova un vapore da guerra sardo con bersaglieri, e alcune barche cannoniere furono messe in crociera.
Le truppe modenesi in marcia per Massa e Carrara; i battaglioni austriaci a Firenze pronti a partire, ed alcuni già in cammino per Pietrasanta. Il vapore toscano Il Giglio in moto, e verso la Spezia per indettarsi colle autorità sarde.
Venendo a me, con grande stento potei salvarmi. Stetti in comunicazione con Fontana, e se avessimo avuto qualche fucile, ci saremmo forse potuti levare in venti; ma senza danaro, senza armi, circondati dovunque, si desistette da ogni ulteriore progetto.
Passati alcuni giorni, potei recarmi a Genova; da un battello a vapore passai in un altro conducente a Marsiglia. Parlai con alcuni amici, con Cerretti, e con C[arlo] L[efèbvre], che mi prestò per conto mio proprio franchi trecento. Al mio arrivo a Genova ero possessore di dieci franchi, e lacero di vesti.
Ora alcune riflessioni.
1°) degli uomini, su cui Ricci contava, di San Terenzo e di Sarzana, uno solo apparve; cioè il P[etriccioli], quello appunto che insorse colla voce: "Dove si va?" che fu causa della sfiducia sopravvenuta nei giovani all'atto quasi di metter piede a terra;
2°) qual numero v'era a sperare, che fra Massa e Carrara sarebbero venuti per pigliar le armi? Un quaranta, se è vero ciò che asserivano i messi di Fontana;
3°) gli altri capipopolo e le persone civili di qualche dipendenza di que' paesi, alla vigilia dell'impresa, dissero francamente non volersi levare perché Massa e Carrara non avevano niuna importanza, e perché due giorni dopo sarebbero stati schiacciati.
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