4°) che i Valtellinesi, a costante asserzione degli uomini pratici, tra i quali Caprez, a cui egli e Quadrio mi avevano diretto, non erano per nulla disposti a seguitare un movimento del di fuori, o ad insorgere per loro stessi; che il volere insistere, a consiglio sempre dei pratici, indicava pazzia e mania di volere fare nuove vittime;
5°) che cercasse di raggranellare tra' suoi da 150 a 200 uomini;
6°) da ultimo gli veniva tracciando il modo di farli pervenire, onde a manipoli fossero convenuti tutti in un punto, senza recare sospetti.
A questo egli rispondeva:
1°) gli uomini richiesti sarebbero venuti: aver dato gli ordini opportuni;
2°) non sapersi spiegare la mia impazienza nell'affrettare il moto;
3°) non doversi tener conto delle indicazioni di Caprez, o di altri moderati.
Indi a pochi giorni mi raggiunse il giovane Co[nti Alberto] per darmi di mano negli ultimi preparativi; e poscia apparve il buon Maurizio Quadrio.
La sorveglianza delle polizie dopo il processo fatto a Clementi e Cassola, che avevano pur tentato la introduzione di armi nella Lombardia, eccedette ogni limite. Basti dire, ch'io non trattava palesemente nemmanco con que' Svizzeri, che erano in voce di liberali e favorevoli all'Italia; e si pranzava insieme facendo sembiante di non conoscerci. Praticavo invece con molti ex-uffiziali del papa, i quali s'erano trovati ai combattimenti di Vicenza; e questi, tenendomi per un arruolatore segreto del Governo Pontificio, si dicevano pronti di nuovo a prendere servizio, e a spandere il sangue sotto le insegne papali.
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