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      Che fare? Dove andare? Non aveva un palmo di terra in tutta Europa, tranne l'Inghilterra, ove potermela vivere sicuro. E a Londra che avrei trovato? divisioni, recriminazioni tra i partiti; sbeffeggiamento poi verso di me pei falliti tentativi. Non vi avrei potuto reggere; temeva di qualche violenza dal canto mio. Ne scrissi a Mazzini, significandogli: voglio recarmi in Russia, e sotto finto nome, prendere servizio nell'armata. A ciò due oggetti mi muovono: l'uno mettere in pratica, presso un grande esercito, gli studî militari da me fatti; l'altro battermi contro i Francesi di Napoleone. Mazzini non disapprovava il mio concetto; ma facendo sentire la voce dell'amico, mi confortava d'andarmene a Londra, e diceva che le parole dei partiti avversi non mi avevano da far paura. Chiedevami, oltre a ciò, qual somma era necessaria per recarmi dove io pensava.
      In questo stato di cose l'amico P[ietro] C[ironi] venne dicendomi un giorno ch'egli aveva il carico di trovare persona adatta che si recasse a Milano per oggetto politico; la cui missione si poteva riassumere nei seguenti dati:
      1°) ricoverarsi in luogo già pronto, e stare celato durante un otto o dieci giorni;
      2°) interrogare, ciascuno a sua volta, i capi di sezione della organizzazione popolare, o chiunque dicesse aver uomini per la rivoluzione;
      3°) fare altrettanto coi capi del comitato ivi esistente;
      4°) esaminare e prendere nota esatta degli uomini, che ciascuno dei suddetti avrebbe mostrato di avere pronti, dei mezzi loro, della capacità pratica, della influenza relativa;


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Memorie Politiche
di Felice Orsini
pagine 371

   





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