Tuo GIUS.
Bada che ho dato avviso, e non bisognerebbe differir più oltre di domenica.
(Senza data, ma del fine settembre 1854.)
Le istruzioni mostrano che la prima missione ideata da C[ironi] aveva sofferto un cambiamento. Non era di semplice ricognizione, ma preparativa di un moto, qualora i dati raccolti non avessero presentato probabilità di riuscita in un fatto brillante, che avrei dovuto tentare subito.
Per loro stessi i dettami di Mazzini erano acconci e vigorosi; ma l'esecuzione esatta, se non impossibile, assai difficile sarebbe certamente riuscita.
Mostravano chiaramente essere il parto di un intelletto, che ha vissuto sempre nel silenzio del suo gabinetto, di mezzo a qualche adoratrice, e condotto a giudicare degli uomini a guisa di esseri non impastati di carne.
Ma comunque elle siano, accettai di recarle a Milano, e di iniziare il moto, ove lo avessi creduto opportuno. Questo bastò; tutto poi era rimesso al mio discernimento.
Prima di partire, mi condussi a veder Mazzini; a voce mi svolse più ampiamente le istruzioni, e ripetemmi l'indirizzo di uno dei primi capi milanesi. Diemmi mille franchi in oro da valermene pel viaggio e per il moto, se avesse avuto luogo. Ci stringemmo la mano, e ci salutammo augurandoci reciproca fortuna.
Ora fermiamoci a brevi considerazioni generali.
Dalla esposizione delle avventure politiche, cui sino a questo punto io partecipai, si argomenta:
1°) meschinità di mezzi in danaro e armi del partito mazziniano;
2°) assottigliamento giornaliero del medesimo;
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