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      Che resta di te oggi? Una fama, sì, una fama contrassegnata dalle maledizioni dei popoli, che tenesti schiavi; delle famiglie, che volgesti nella miseria e nel pianto; degl'Italiani, che quando vogliono ricordare tiranni estinti, evocano le ombre di Eccelino, di Borgia, di Francesco I".
      Quale diversità di sensazioni non si sentono rinascere alla contemplazione di quei monumenti che racchiudono invece le ceneri degli uomini grandi! Quale stretta non ti senti al cuore andando a visitare la chiesa di Santa Croce in Firenze, e l'abbazia di Westminster in Londra!
      La potenza dell'intelletto sfida i secoli; il genio, nascosto sotto modesti ornamenti, tramanda la sua fama pura attraverso l'eternità. Il tempo, che abbatte la potenza dei più grandi conquistatori, che riduce in polvere i troni, che frange le corone imperiali, che cancella dalla faccia dell'universo ogni traccia delle più antiche dinastie, che riduce al nulla ogni cosa terrena; il tempo non vale a far obliare quegli uomini, che s'ebbero il genio della creazione. Non cambiamento di opinioni, non di circostanze valgono contro di essi; e dove pur anco il dispotismo e la superstizione osassero di spargerne le ceneri al vento, la posterità a capo chino andrà sempre ad adorare quelle zolle, sotto cui riposarono un Dante, un Galileo, un Newton, un Macchiavello e un Michelangelo.
      La fama dei troni è sorretta da leggi di proscrizioni, di dispotismo, d'ignoranza; quella del genio, intesa al bene dell'umanità, ha per fondamento eterno o le leggi fisiche dell'universo, o quelle del benessere sociale, o del bello artistico.


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Memorie Politiche
di Felice Orsini
pagine 371

   





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