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      Tornato nella segreta, chiesi de' miei libri: mi furono negati. Per quanto io pensassi nelle lunghe ore di ozio al mio arresto, non sapeva ove battere il capo per trovarne la vera cagione.
      Il quarto giorno fui preso da dolori al basso ventre, che in quarantott'ore crebbero a tal segno da non potere più resistere. Invocai il medico: niuna risposta. Incominciai ad avere le estremità delle membra fredde, e sì forti divennero le doglie, che credetti di andarmene. I sintomi erano di colera. Alla fine, vidi comparire sul far di sera un signore, il quale, appressandosi a me e tenendo il cappello in mano, disse essere il dottore: si spiegò in latino; mi esaminò ben bene, e conchiuse che una febbre biliosa aveva attaccato violentemente gl'intestini. Ordinò che in fretta mi fossero pôrti dei medicinali, e volle applicarmi un senapismo al basso ventre: dopo dodici ore la intensità dei dolori cominciò a scemare.
      Il medico continuò a visitarmi tre volte al giorno mostrandosi gentilissimo. Quando incominciai a star bene, l'appetito crebbe: ed allora appunto, per ordine del direttor generale di polizia, venne proibito di spendere del mio per mantenermi. Fui messo a pane ed acqua: il medico nulla poteva; recavasi da me, mi toccava i polsi, crollava il capo, se ne andava tutto mesto. Per soprappiù non ebbi né lenzuoli, né asciugamani, né catino per lavarmi: nulla e poi nulla. Divoravo il pane che mi si portava in sul mezzodì; contavo le ore che dovevo trascorrere sino all'indomani; stentava a dormire per la soverchia debolezza di stomaco; e il capo mi girava fortemente.


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Memorie Politiche
di Felice Orsini
pagine 371