Pagina (153/371)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Mi salutarono, e se ne andarono.
      Poco di poi mi fu annunziato il presidente del tribunale, che si recava a fare la solita visita mensile.
      Teneva il cappello in mano, e cominciò così:
      Come sta di salute?
      Non molto bene; la pregherei di farmi esaminare presto, onde la lunga prigionia non finisca per rovinarmi del tutto.
      Pensi prima a guarire,
      rispose "e poi si darà mano al suo processo. Quando partì ella da Vienna?"
      Il giorno 25.
      Perbacco,
      riprese egli "in sessanta ore ha fatto un viaggio, che alcuni anni sono ci voleva un mese e più." Indi se ne andò.
      Trascorsi dieci giorni incirca, mi andava alzando, l'appetito cresceva: il vitto d'infermo non era sufficiente. Al mio giungere in Mantova, possedeva soltanto cinque fiorini di moneta austriaca. Casati permise che facessi comprare una tazza di terra e una posata di legno: cosicché poco o nulla mi rimaneva, e già tornavano alla immaginativa i giorni di Hermanstadt, ne' quali avevo sofferto tanta fame!
      Il trattamento carcerario non è dipendente né dal tribunale, né dal medico, né dall'ispettore delle carceri; tutto emana dagli ordini di Vienna. Posto che il medico stimi necessario di ordinare giornalmente alcun che d'insolito all'infermo, è mestieri ne dia rapporto al presidente del tribunale; questi ne scrive a Vienna; donde la risposta viene, quando più piace alle autorità.
      Per soprappiù non si hanno spedali per i prigionieri di Stato; e soltanto allorché uno è ridotto agli estremi e lievemente aggravato nelle accuse, è trasferito in altro locale.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Memorie Politiche
di Felice Orsini
pagine 371

   





Vienna Mantova Hermanstadt Vienna Vienna Stato