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      La scala, per la quale s'entra nel castello, ha due porte: l'una al piano del cortile, l'altra alla cima della scala, e che mette nel piano delle carceri. La prima si chiude soltanto la notte, la seconda invece lo è sempre ed è quella ove sta il secondino portiere: ella si chiude internamente.
      Nell'interno del castello vi sono dieci soldati e un caporale; questo distaccamento fornisce tre sentinelle. L'una alla porta superiore, ed appunto ov'è il secondino portiere: vi sta di giorno e di notte, la sua consegna è di non lasciar uscire nessuno vestito alla borghese, se non accompagnato dai secondini (e questi hanno una divisa particolare).
      L'altra guardia è per gli anditi dei numeri 11 e 12, e la terza per la notte che sorveglia le due segrete numero 3 e 4. I soldati poi, che smontano di due in due ore, hanno l'obbligo di girare su e giù per gli anditi delle segrete, e di stare in ascolto se odono rumore o picchiettare: in ogni caso debbono subito chiamare i secondini. Tal distaccamento smonta tutte le mattine al mezzodì.
      Se i detenuti politici sono in numero tale da non potere stare tutti nel castello, si mandano in altre prigioni di Mantova, cioè alla Mainolda e al Criminale. Alle carceri criminali evvi una segreta terribile: vi si mettono quelli, che più volte hanno tentato di fuggire: essa è appena lunga e larga per contenervi un uomo disteso, alta da otto metri, le mura sono pregne di acqua, tanto di estate che d'inverno evvi sempre freddo; le pareti sono grosse più di tre metri, un finestrino alto e con due ferriate è appena largo e lungo un decimetro.


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Memorie Politiche
di Felice Orsini
pagine 371

   





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