Quasi subito dopo ne venne pure rimandata un'altra, che rimetteva la pena di morte per quella di diciotto anni di galera: era a danno di certo Grioli, fratello del sacerdote impiccato per titolo politico nel 1852.
Agl'interrogatorī assistevano sempre due assessori, ossia testimoni, scelti tra i cittadini affezionati al governo: loro ufficio era quello che non si dessero bastonate; non s'imponesse al prigioniero con minacce; non si facessero dimande suggestive. Nel fatto perņ nulla operavano di tutto questo; ed ove si fossero opposti realmente a quanto v'aveva d'ingiusto, sarebbero ben presto stati messi eglino stessi in una segreta.
Assistevano adunque agli interrogatorī come statue o gente curiosa; e gli stessi secondini solevano chiamarli coll'appellativo di teste di legno. Talvolta si perdevano in osservazioni; tal altra a schernire il prigioniero; bene spesso confortavano l'inquisito a fare delle rivelazioni; tal fiata infine sbadigliavano e s'addormivano. Ciņ non ostante, i consiglieri li volevano presenti, per garanzia, per rispondere della solennitą e della legalitą degli interrogatorī.
Dato il caso che l'accusato ricusasse di sottoscrivere l'esame avuto, bastavano le firme delle due teste di legno, del segretario e del processante. Modo assai comodo per convalidare gli atti, che decidono semplicemente della vita e della libertą degli uomini.
Ma questo non basta. La Corte Speciale di Giustizia non si curava di postillare, faceva aggiunte, abborracciava frasi a suo talento.
Per quanto mi sappia, questo tribunale non pose mai in opera le bastonate; ove perņ avesse trovato necessario un tale espediente, n'aveva tutto il diritto come tribunale eccezionale.
| |
Grioli Corte Speciale Giustizia
|