Fra le interrogazioni mi chiese:
Ha ella lasciato nessuno scritto in qualche casa di propria volontà?
No, signore.
Si è ella accorto di aver perduto nessun foglio in Milano?'
No, signore.
Durante la sua prigionia di Vienna, ha ella scritto mai al di fuori?
No, signore.
Come?
riprese egli; e ciò dicendo, recommi innanzi una lettera che aveva scritto col consenso della polizia alla signora Herwegh a Zurigo, dandole notizia del mio arresto.
A questo risposi di sì, ma che aveva negato credendo che mi si chiedesse se aveva scritto clandestinamente. Quanto alla lettera in discorso, non seppi spiegarmi il motivo che l'aveva fatta rattenere.
Fui domandato se riconosceva la lettera per mia: risposi affermativamente.
Dopo di che Sanchez trasse un foglio da una scrivania vicina, e me lo aprì sotto gli occhi, dicendo assai freddamente:
Conosce questo carattere?
Rimasi di gelo: erano le mie istruzioni date al Comitato di Milano.
Le rivolsi d'ambo i lati, e con calma risposi:
Sono mie
.
Fuvvi silenzio per un istante: indi sentii nascere una forte reazione interna; gettai le istruzioni sulla tavola, e con isdegno proruppi dicendo:
Invece di spirare sur un campo di battaglia, morirò impiccato. È una volta; che fa? doveva ben terminare così; non importa: sarà finita per sempre; saprò far vedere come si muore; se vuolsi altro veleno, si cerchi nei miei guanti che ho in segreta, e troverassi; non ebbi idee di suicidio; bensì mel procurai, perché non avrei voluto le bastonate; trattandosi poi di dover andare alla morte per la mia patria, io non commetto viltà!
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