E qui diede in un amaro sogghigno, cui fece eco il barone Corasciuti; indi proseguiva:
Il maresciallo Radetzky ebbe compassione dei Milanesi; lasciò la città, che poteva distruggere da capo a fondo; ma se oggi si fanno dei nuovi tentativi, i generali austriaci metteranno da lato ogni mite sentire; oh! glielo accerto io. Ma supponiamo un istante, che stavolta la uccisione degli uffiziali fosse riuscita: sa ella che sarebbe avvenuto? Inaspriti i soldati per l'assassinio de' loro uffiziali, avrebbero messo a sacco e a fuoco la città; fatto macello dei cittadini e dei fanciulli stessi; e dove non fossero giunti, tutte le forze disponibili di Venezia, Verona e Mantova sarebbero in un momento piombate su Milano, e l'avrebbero rasa, né più né meno, come fece Barbarossa negli antichi tempi
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Dopo ciò, prese delle carte in mano, e disse:
Or veda un poco se siamo bene informati di ogni cosaE prese a leggere un rapporto del comandante di piazza in Bologna (era un conte e colonnello di cui non rammento il nome), il quale dava in succinto la mia biografia: era descritta a caratteri neri; dicevasi aver io sguardo atroce, ecc.
La esagerazione era tale, che ne convenne lo stesso Sanchez.
Del rimanente sapevansi tutti i maneggi politici e i tentativi a cui avea preso parte. Mancava di esattezza pei fatti del 6 febbraio: diceva essere io partito per Genova; avere ricusato la missione di Mazzini; averla assunta in vece mia Franceschi, che andò in Ancona. Quanto al fatto della Spezia, nulla. Chiesto intorno a ciò, confermai i loro errori.
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