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      Traversando i corridoi:
      Tutto è scoperto,
      dissi rivoltomi a Casati "per me non v'è più rimedio; quando escirò dal castello sarà per salire al patibolo".
      Oibò,
      rispose Casati in aria di certezza "il governo austriaco non fa più eseguire sentenze di morte per affari meramente politici, se ne accerti."
      Vedremosoggiunsi.
      Giunto nella segreta, vi trovai il presidente, che mi aveva preceduto; rimasti a tu per tu, discese alle vie più dolci, e disse:
      Mi raccomando che ella non tenti di suicidarsi
      .
      Non ne dubitirisposi.
      Mi dia la sua parola d'onore.
      La diedi, affermando non avrei mai commesso viltà.
      Si mostrò fiducioso, e riprese così:
      Io credo più alle parole d'onore di loro signori, che a quelle di tanti altri, i quali, per proverbio, sono in voce di perle di galantomismo. Domani ella avrà un nuovo interrogatorio: la prego a dire la verità; non risparmia queste canaglie, faccia come loro: non l'hanno mica risparmiato... hanno detto tutto, gettando su di lei la broda. Non abbia adunque riguardi, che non ne meritano; e così ella avrà una condanna a tempo
      .
      A tutto risposi:
      Non so nulla, non commetto viltà
      . Egli mi salutò, e dipartissene.
      Subito dopo entrò Casati e due secondini: fui messo a nudo; si frugarono gli abiti in una maniera da me non mai veduta; si volle che aprissi perfino la bocca; si rimosse perfino il pagliariccio del letto, il materasso, e si scossero le panche, ecc. A tutto assistette Casati col massimo rigore.
      Le istruzioni venute in possesso dell'Austria svelavano il piano della rivoluzione; e chi ne fosse ritenuto l'autore, o solamente il trasmettitore, in faccia alle leggi austriache era reo di alto tradimento.


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Memorie Politiche
di Felice Orsini
pagine 371

   





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