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      La notte veniente dormii assai poco, pensai sempre all'amico. Il giorno appresso, due ore prima di sera, si picchiò al numero 2, ed entrammo di nuovo in conversazione. Mi disse allora, che ruppe il dì prima il colloquio, perché sentì rumore: che bisognava stare assai attenti, poiché in caso di scoperta, Casati metteva venti libbre di ferro alle gambe; che nel dopo pranzo costui soleva uscire dal castello, e che in tale occasione il servizio interno veniva fatto con qualche rilassatezza.
      Poscia aggiunse:
      Ebbene? che mi rispondi sull'Ungheria?
      Ho trovatodissi "delle popolazioni animate da un forte odio contro gli Austriaci: i fatti del 1848 sono rimasti come tante piaghe, che sanguinano sempre, e non possono rimarginarsi; l'Austria non ha più alcun riguardo verso quelle provincie; ha tolto loro ogni vestigio di libertà o di garanzia, che avevano nelle assemblee di Pesth; ha messo dazi sopra i vini; sciolto i corpi militari nazionali, talché nei reggimenti di fanteria ungarese e nella stessa cavalleria trovi mischiati Austriaci, Croati, Boemi, Italiani e Rumeni. Tuttociò porta al colmo la irritazione degli Ungaresi, e il loro amor proprio è offeso altamente. I nomi di Kossuth e di Klapka, ma più specialmente di questo, vanno per la bocca di ognuno; ho più volte cantato le loro marce militari insieme ai bravi Ungaresi; dappertutto si trovano persone, che hanno combattuto per la guerra magiara, ed all'udire i nomi dei loro guerrieri e delle vittime si accendono in viso, prorompono in esclamazioni e dicono: 'Verrà, verrà il giorno della vendetta'. Ho trovato gente bella e robusta, energica ed assai ospitale: mostrano le più grandi simpatie per gl'Italiani, fanno elogî della legione che combatteva con loro; ed essendomi incontrato con uffiziali, che al principio della guerra avevano combattuto in Italia contro gli Italiani del Piemonte, mi hanno fatte le più grandi lodi dell'armata sarda.


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Memorie Politiche
di Felice Orsini
pagine 371

   





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