Ciò fatto, la polizia arrestò in un attimo da più di cento giovani, che mandò subito in Mantova. Seppi oltre a ciò che Bideschini avea avuto in premio da 30.000 lire austriache, e che, cambiato nome, sen viaggiava qua e là in Lombardia con una donna di mal affare.
Questi fatti m'ebbero tolti molti dubbi, che naturalmente mi erano insorti intorno alla condotta dei miei coinquisiti.
Per quel dì la conversazione fu assai lunga: indi a non molti giorni facemmo altrettanto. Sapendo che il povero Calvi doveva ben presto esser mandato a morte, volli venire sull'argomento del suo processo, e gli dissi:
Che pensi della tua sentenza? sarà questa molto grave?
Mentrerispose Calvi "men stetti sotto il tribunale militare, aspettai la morte; ma una volta che fui posto a disposizione della Corte Speciale di Giustizia, non vi ho più pensato: credo che sarò dannato a vita o a venti anni di carcere; così mi dice anche Casati."
Dio vogliarisposi io.
Ne sono convinto,
egli soggiunse "e per prova di ciò mi sono fatto fare degli abiti grossolani da portare in fortezza."
Fortezza?
dissi io "devi dire galera o carcere duro: il carcere durissimo è stato abolito dopo la pubblicazione delle Prigioni di Silvio Pellico; ma anche il primo non è cosa gradita: un paglione, un lenzuolo, una copertaccia, minestra nell'acqua, con proibizione di mantenersi del proprio, degli abiti grigi da galera, e delle buone catene; ecco cosa è riserbato da sua Maestà l'imperatore ai patrioti italiani, senza alcuna distinzione. Oh! mio caro Calvi, la prova è ben dura; ci sarebbe da augurarsi la morte: conosco per prova tali sofferenze; so che cosa sono le prigioni pei politici; ma ciò non monta; basterebbe che gl'Italiani imparassero e si mostrassero finalmente stanchi di vedere il fiore della gioventù morire o sotto la verga o nelle galere, per avere avuto aspirazioni favorevoli alla liberazione della patria loro.
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