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      Se i Piemontesi verranno in possesso del Lombardo-Veneto, io me ne vo a Vienna
      .
      Indi, passando ad altri discorsi, mi fece intendere che avrebbe amato di prendere qualche lezione di lingua francese: io assentii, e quasi tutti i giorni si recava da me per un'ora.
      Come è ben naturale a credersi, mi studiavo in tali occorrenze di sapere qualche cosa intorno al processo: tutto invano; era un sasso. Un dì gli dissi:
      Che crede della mia sentenza? si eseguirà?
      No, signorerispose egli.
      E come mai,
      soggiunsi "se non sono ancora due anni che s'impiccavano i patrioti italiani senza misericordia? Stavolta poi trattasi di uno che è recidivo, ecc."
      Ma nel 1852
      replicò "trattavasi di dare degli esempî."
      E così si proseguirà a fareripresi io; "oh! ne stia certo, l'Austria è logica, non perdona, no."
      A queste parole si alzò prestamente, mi diede la mano, e se ne andò.
      Come furono passati alcuni giorni dopo tale colloquio, picchiai al numero 2, domandando come stavano i miei compagni e Calvi: chiesi altresì se vi era alcuna cosa di nuovo. Si rispose:
      Stiamo benissimo; tutto di vecchio
      . Notai qualche alterazione nella maniera di picchiare, ma non ne feci caso.
      Il dì dopo fui chiamato dal Sanchez: traversai le solite scale e anditi; vidi un giardino che dava nell'appartamento del delegato, tutto pieno di fiori e di frutti. Quali sensazioni gradevoli mi cagionò una tal vista! Il togliersi da quattro mura, il respirare un po' d'aria pura, l'olezzo dei fiori, il cielo sereno che poteva vedere, il sole in tutto il suo splendore, tutto, tutto mi venne infondendo una nuova vita; mi sentii rinascere, la forza mi crebbe, sarei fuggito; e poi dove andare?


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Memorie Politiche
di Felice Orsini
pagine 371

   





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