..; e non perdette la salute per me, allorquando fui condannato a vita?... E le mie bimbe? povere creature!... presso a rimanere orfane... ad essere allevate da chi non è loro genitore... Oh! se fosse almeno viva la mia povera madre!... le terrebbe come sue figlie... Adesso... mentre io soffro, scherzeranno forse, e il giorno, in cui l'infelice lor padre darà l'ultimo respiro, elle staranno saltellando... Se non fosse il dolore di lasciare le mie fanciulle senza appoggio paterno, che mi fa di morire? Che cosa è mai la morte? Per l'uomo che sente, altro non è che la quiete del cuore. Che mi ebbi mai in vita mia? quali felicità ornarono la mia giovinezza? Oh! sen parta questa vita: cessino i disinganni... fuggano le rimembranze dei tradimenti, che m'ebbi dall'amicizia".
Dopo qualche istante cadeva spossato, e poggiati i gomiti sulla tavola, mi copriva il volto colle mani, e stava per lunghi tratti in quella attitudine, gridando: «Maledizione!" Allora tutti i fatti, dei quali ero stato testimonio sino al dì della mia ultima prigionia, mi accorrevano dinanzi, siccome dipinti in una gran tela: li esaminava, li confrontava, ne traeva giudizio, e cadeva nel delirio, diveniva scettico, non credeva più ad alcuno; l'uomo dabbene, il virtuoso mi appariva sempre in balìa della sventura, laddove il vile, e l'infame, e il corrotto, sempre benveduto dagli altri, e col propizio sorriso della fortuna. A certi tratti io dubitava di Dio, m'era impossibile di concepirlo senza gli attributi della giustizia: lo si vuol giusto, e dove mai questa dote si verifica sulla terra?
| |
Dio
|