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      Si toccava ormai la fine di gennaio, quando il custode Tirelli fu sbalzato dall'impiego per essersi mostrato un po' più umano degli altri custodi; gli venne sostituito un Tedesco, che serviva il governo da quarant'anni. Vecchio avanzo delle guerre contro Napoleone, ex-caporale di cavalleria, rammentava sempre la battaglia di Lipsia, a cui s'era trovato.. Si mostrava umano, ma non si sarebbe distaccato di un pelo dal suo dovere. Al tempo di Casati e di Tirelli si andava nella camera del custode a fare i conti delle spese pei viveri; ma sotto di lui niente di tutto questo; veniva egli stesso nelle segrete.
      A questi giorni fu condotto nel castello un altro prigioniero, cioè Ernesto Galvagni di Ferrara: era sotto processo per avermi accidentalmente veduto a Trieste.
      Infine, chiesi al presidente di essere posto solo: i secondini avevano parlato assai favorevolmente, onde mi fosse stata concessa la segreta da me adocchiata; ma invece di quella mi fu decretata la peggiore e la più sicura, quella che serviva di castigo, vale a dire il numero 4. Voleva riscrivere per addurre delle ragioni: mi fu risposto dai custodi secondo l'uso dei militari: "Obbedisca, e poscia reclami".
      Fu forza assoggettarsi al destino; abbracciai e baciai i miei compagni ad uno ad uno: avevano gli occhi rossi; io era commosso, mi sentiva le lagrime presso che ad uscire, e non feci che dire con molta fretta: "Addio, addio" e lasciarli.
      Entrato al numero 4, diedi uno sguardo tutto all'intorno, e dissi:
      Addio speranze, addio evasione! uscirò di qui per essere impiccato


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Memorie Politiche
di Felice Orsini
pagine 371

   





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