Ha ella cambiato i lenzuoli?
Sì
risposi con molta indifferenza, e non togliendomi quasi dalla lettura, in cui ero assorto.
Si mostrarono appagati, e se ne andarono. Allora nascosi tra il paglione i lenzuoli e lo sciugamano sudicio: la biancheria era grossissima e forte; i lenzuoli e gli sciugamani lunghi due metri e forse più ciascuno.
Non si faceva poi caso, se ad ogni mese eranvi dei lenzuoli sporchi di meno o di più, perché appartenevano all'amministrazione dell'ergastolo o galera di Mantova, dove stavano un settecento galeotti di cui buona parte ammalati.
Esaminato bene ogni cosa, io m'era tuttavia nell'incertezza di poter tentare l'evasione, e pensai nulladimeno che il mettere per tempo da lato i lenzuoli per discendere sarebbe stato saggia prudenza; e questo spiega il perché incominciai a preparare quegli elementi, che a prima vista parrebbe avessero dovuto essere gli ultimi. Così operando, al momento dell'evasione, io aveva quattro lenzuoli e quattro sciugamani, i quali formavano una corda lunga molto più del necessario.
Dopo di ciò mi diedi a prendere l'altezza della finestra dal piano della fossa; e più volte, sul far della sera, spingeva fuori col manico della granata quattro noci legate insieme con filo, e in modo che suonassero e facessero rumore tra loro. Mi ero fatto dare del filo per rassettarmi dei bottoni, e me ne servii per mandar giù le noci. Salito sulla sedia che mi si era concessa, posi l'orecchio destro al di sopra del muricciolo della finestra, e mi veniva così udito il più piccolo rumore, che avrebbero fatto le noci giunte al basso: se poi eravi acqua, sarebbero rimaste a galla.
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Mantova
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