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      Ebbene, che nuove avete, mio caro amico?»
      Nulla di nuovo» rispose.
      Come mai?
      dissi io: "se al numero 3 sento girare un incatenato."
      L'è un cattivo soggetto; e gli abbiamo messo le catene stamane per ordine del presidente.
      Del presidente? e perché?
      Perché ha fatto baruffa.
      Non lo credo, via; ma chi è mai costui?
      Non posso dirlo.
      Via, se lo sodissi io; "ho sentito iersera la voce: è Redaelli, quello stesso che ha manifestato tutto nel processo, ed è venuto a riconoscermi personalmente: ho piacere che l'abbiano incatenato."
      Il secondino mi guardava.
      Intanto beviamodissi io, e toccammo il bicchiere insieme.
      Proseguivo dicendo:
      Dunque, perché l'hanno incatenato?
      Purché non dica niente, nemmeno agli altri: e se glielo dicono, faccia conto di non saper nulla.
      Bene intesorisposi io: "ma dunque?"
      Dunque ha tentato di fuggire.
      Di fuggire? Redaelli, egli che si salva, perché ha accusato gli altri! Ma come mai? in qual maniera?
      Bisogna sapererispose il secondino "che nessuno lo voleva in compagnia, e il presidente era stato costretto di metterlo al numero 12, dove le porte non sono sicure, e in un momento si può rompere il palco, salire sui tetti, discendere dalla torre, venire sui muri del teatro, e andare a finire dove siede la Corte di Giustizia: ebbene, Redaelli con un grimaldello ha rotto la bocchetta della porta, messo fuori il braccio, aperto il catenaccio, che appena si reggeva, e dopo avere sollevati due o tre mattoni nel soffitto vicino all'ingresso della segreta, e' se n'è salito sui tetti. Aveva poi con molto giudizio scelto la notte scorsa, perché il tempo era scuro, piovoso, e faceva molto vento.


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Memorie Politiche
di Felice Orsini
pagine 371

   





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