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      Per buona sorte i secondini non si recavano da me, ma sibbene al n. 5.
      Quella caduta ruinò tutto pel momento. Mi feci talmente male al piede destro, che per quattro giorni non potei camminare: invocai il medico, addussi per iscusa, che aveva poggiata la sedia al muro, e vi era salito per uccidere uno scorpione, di cui si vedeva abbondanza nella mia segreta: mi furono ordinate delle frizioni di olio di jusquiamo; ed in capo a otto giorni potei camminare, se non liberamente, tanto almeno da poter reggermi assai bene.
      Essendo così pronti i casi malavventurati, non volli più aspettare: posi termine all'ultimo ferro(33).
      Dopo di ciò, con due chiodi che aveva potuto estrarre da una delle imposte delle finestre, feci un istrumento con manico di legno da scavare il muro e il cemento della parte esterna, e mi vi applicai con tutta l'assiduità possibile. Il più difficile fu di togliere il primo strato, tutto di calcina quasi pura: giunto poi ai mattoni e alle loro commessure, scavai in un attimo; ne tolsi otto incirca, ed insieme con molto terriccio li riposi nel paglione.
      Il 26 di marzo, il presidente si recò alla visita; venuto da me, mi fece i soliti complimenti, e disse:
      Sempre allo studio: se ella sta qui ancora qualche tempo diverrà un gran letterato. E la sua opera non l'ha ancora terminata?»
      No, signore,
      risposi "ma in breve lo sarà."
      Bravo, bravosoggiunse, e se ne partì.
      Tutto quel giorno e il 27 me lo passai molto agitato; voleva tentare la notte del 28 dopo la seconda visita; mi giacqui a letto assai per tempo, e dissi che mi faceva male la gamba.


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Memorie Politiche
di Felice Orsini
pagine 371