Gli amici che vidi mi accolsero indistintamente con segni di gioia, e i loro amichevoli tratti mi compensarono di quanto seppi aver detto o fatto altri, i quali speravano che fossi stato strozzato.
Come potei un po' reggermi della gamba, con nome fittizio mi condussi in Isvizzera; fui a Coira, e di nascosto alcuni del governo vennero meco a congratularsi; ebbi ospitalità dall'ottimo Jo[ni], e contrassegni di leale e buona amicizia da altri Svizzeri.
Pervenuto a Zurigo, stetti dalla signora Herwegh; rividi tutte le mie lettere scritte dalla segreta. Qual cambiamento! Rividi Pietro Cironi, e conobbi meglio chi s'era adoprato in mio favore durante la mia prigionia.
Egli fece viaggi, e scrisse lettere, per aver danari: trovò alcuni amici pronti, altri noncuranti o lenti; certi milionari (An...) che negarono un soldo. Moltissimi, tutti costituzionali, dissero freddamente: Non c'interessa. Cosicché, ove avessi dovuto aspettare i 5.000 franchi necessari a fuggire(35), sarei stato impiccato mille volte prima.
Ma io mi salvai nullameno, e ringrazio Dio, e vo superbo di doverlo, non al danaro, ma alla mia forza di volontà e alle mie braccia.
Bel patriottismo davvero! So bene di essere un meschinissimo individuo, ma credo pure di aver fatto alcun che per la mia patria... Ma che serve parlare di gente cui si fa notte innanzi sera?
Meglio è rivolgere il discorso ai pochi buoni, che trovansi dovunque; a quelli che sentono l'amicizia; a quei che, sempre di alti e liberi sensi, affrontano sacrifizî, e spendono la vita per la causa della libertà.
| |
Isvizzera Coira Svizzeri Zurigo Herwegh Pietro Cironi Dio
|