Se avessi mezzi e uomini di coraggio davvero, farei vedere cosa sarei buono di tentare; ma senza elementi tutto è inutile
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Mi piace ora di riportare le lettere, che Mazzini scrisse a Zurigo, quando io incominciai a dar segni di vita nel castello di Mantova.
Mostrano com'ei non avesse potuto capir nulla. A dare spiegazione di ciò, egli è mestieri sapere, che prima di essere arrestato, io avevo stabilito certi segni convenzionali per la corrispondenza cospiratoria. Una volta in prigione feci uso degli stessi, ma con grande precauzione, acciocché i giudici, al cui esame andavano le mie lettere, non avessero sospettato alcun che.
La qual cosa esplica bastevolmente, come io non abbia mai avuto d'uopo dei secondini per corrispondere col di fuori.
Era cosa prestabilita e necessaria per fare fronte a qualunque evenienza.
Brani di lettere di Mazzini, che mi riguardano:
Non so nulla d'Ors. da mesi in poi: lo credo vivo nondimeno» (maggio 1855).
Ho la vostra coll'inesplicabile d'Orsini; dico inesplicabile, a cagione del punto ov'egli era, dello scopo col quale era andato, del punto ove egli si trova adesso, della firma che appone all'altra aggiunta, d'ogni cosa, d'ogni sillaba quasi che egli scrive
(31 maggio 1855).
Ricevo una seconda lettera di O. mandata dalla signora Emma: intendo un po' meno di prima. L'idea della prigione era naturale; ma o scrive per vie legali, o ha contatto col di fuori: se dalla prigione e legalmente, non darebbe indizio o linguaggio misterioso; se per via sicura, perché non dice: 'Sono in prigione'?
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