La polizia, che sorveglia minutissimamente le azioni di ognuno, seppe che il giovane da lui incaricato aveva cambiato per trecento franchi di banconote austriache, e lo arrestò: a torsi d'impaccio, egli compromise il Frizzi, dicendo che questi gli aveva manifestato essere danaro di un signore del castello. A questo il presidente del tribunale interrogò legalmente il Frizzi, e lo minacciò di galera; ma indettato esattamente da me rispose così: essere il danaro cambiato dei trecento franchi il risparmio che aveva fatto in venti anni di servizio; aver comperato i fiorini da un'ordinanza austriaca, quando erano deprezzati, cioè nel principio della guerra di Oriente; non conoscere l'ordinanza, la quale partì di Mantova col cambiamento della guarnigione; aver detto al giovane che cambiò il danaro, che apparteneva ad un signore del castello, perché non amava che si sapesse possedere egli del danaro in casa; cambiati i fiorini in oro, perché essendo a quel momento assai alti di valuta, egli faceva un buon guadagno; infine avere spesi in alcuni oggetti di casa varî napoleoni d'oro, ma che ne aveva infatti un dodici che poteva mostrare, ecc. A queste risposte date francamente alle domande ch'io supponevo gli sarebbero, come furono, state fatte, il presidente chinò il capo, e non seppe che dirsi. D'altronde, Frizzi s'era sempre distinto per affezione al governo.
Impaurito il secondino del corso pericolo, si adirò col giovane che aveva fatto il cambio, e lo cacciò di casa. Questi incominciò dal canto suo a far ciarle contro di lui; a dire che sua moglie era una donna d'assai, ecc.
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