Oh! quante volte saremmo pur tentati di dubitare, che in mezzo alla presente corruzione degli animi, un reggimento a forma repubblicana sia possibile a durare!
In mezzo a tutto questo mi assalì una forte reazione interna: agli accessi di febbre, che avevo avuto in Isvizzera, si aggiungevano forti giramenti di capo, che mi mettevano in uno stato di tristezza inesplicabile; cercava la solitudine; il rumore mi dava fastidio, e fui obbligato di far uso di narcotici.
Dopo vita ritirata e assai regolare, incominciai di giorno in giorno a star meglio.
Venne l'autunno, e quantunque non forte nella lingua inglese, provai di tenere pubblici discorsi intorno all'Italia. Superate le prime difficoltà, che s'incontrano nel parlare in pubblico ed in idioma straniero, potei visitare quasi tutte le prime città dell'Inghilterra. Dovunque esposi chiaramente lo stato dell'Italia, e feci conoscere che la questione delle nostre libertà era riposta nel papato; che bisognava cominciare dal far cessare l'intervento straniero negli Stati Romani; che la pubblica opinione degl'Inglesi doveva pronunziarsi contro la occupazione degli Austriaci e Francesi nello Stato del papa.
In seguito ai miei discorsi, pubblicamente e unanimemente si protestò contro tale intervento, e in South-Shields, il 29 ottobre del 1856, fu stabilito dagli uditori d'inviare una petizione al Parlamento, acciocché pregasse Sua Maestà d'intromettersi presso gli alleati per far cessare l'intervento straniero negli Stati Romani.
Il presidente del meeting fu il Gonfaloniere, ossia Major della città, signor Tommaso Stainton.
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