L'esempio venne seguitato da molte altre riunioni, fra le quali non è a tacersi quella importante della città di Birmingham.
La stampa si mostrò dovunque favorevolissima, e il pubblico inglese accolse le mie parole con entusiasmo, addimostrando simpatia non comune per la causa degli Italiani.
Mentre Mazzini era in Italia, alcuni suoi amici inglesi costituirono per di lui consiglio un Comitato: oggetto di questo era di trovar danaro per la emancipazione italiana. Il segretario del Comitato, un fabbricatore di birra, intimo amico di Mazzini, e due signore facevano tutto; e, a dir vero, con molta attività. Quanto al danaro ricevuto dagl'Inglesi, veniva versato nella cassa di Mazzini, cui segretario e segretarie risguardarono sempre come il capo della nazione italiana.
Avendo io incominciato a fare dei pubblici discorsi, fui richiesto dai segretarî di scritturarmi, a guisa di cantante, come lecturer, coll'obbligo di compartire metà dell'introito al Comitato, e metà per me.
Rifiutai questo per tre ragioni:
1°) perché volevo essere indipendente;
2°) perché sapevo che il danaro andava a sostegno di una fazione;
3°) perché si esigeva che io avessi sottoposti i miei discorsi all'approvazione delle signore, e mi fossi fatto un istrumento o portavoce delle idee altrui.
Tutto questo spiacque a Mazzini.
Furono scritturati in vece mia altri lecturers, i cui discorsi con elogî sperticati comparvero nel giornale mazziniano di Genova. S'incominciò allora a udire per l'Inghilterra: che le madri italiane benediranno il nome di Mazzini nei tempi avvenire; che dovrebbero farlo anche oggidì: che Mazzini è un angelo disceso dal cielo, un nuovo Gesù Cristo, il più gran genio degli ultimi secoli, e simili altre stramberie.
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