.
Alcuni si fecero un pregio di svisare quelle mie parole, e di scriverle a Mazzini. E mentre mi stava in Blaydon-Burn, ricevetti da lui una lettera, che ancor posseggo, e di cui trascrivo alcune linee.
...Rimanti dunque puro, e bada che - malgrado tutte le ciarle possibili - nessuna iniziativa nazionale avrà mai luogo in Italia fuorché da noi. Abbiti questo per consiglio. Sto in mezzo a tutti elementi, e parlo fondatamente.
Addio: siimi amico come io ti sono.
14 ottobre.
GIUSEPPE
Gli risposi, che a nessuno avevo mai dato diritto di dubitare delle mie opinioni.
Mi esprimeva oltre a ciò con termini di disprezzo intorno di alcune signore straniere, e fra le altre della signora Emilia Haw[kes](37), alla quale Mazzini non ebbe riguardo, siccome fece con molte altre (e parimente col birraio James [Stansfeld](38)), di comunicare tutti i negozi di congiura: e così le sorti di tanti patrioti italiani furono mai sempre dipendenti dalla discrezione di cinque o sei signore, la cui prima dote non fu al certo quella del segreto. Dicevo infine, che nulla voleva aver che fare con esse.
Il mio foglio, sigillato colla direzione a Mazzini, fu consegnato al James [Stansfeld] ; questi disigillò la lettera, la lesse, me la respinse, ed abusò del segreto contenutovi manifestandolo alle signore.
Questo fatto, che mi rammentò la violazione delle lettere dei patrioti italiani nel 1844 per opera di un altro James (voglio intendere di sir James Graham), mi colmò di sdegno; vidi che gl'intrighi, gli arbitrî avevano luogo nel seno stesso della cospirazione, che si chiama liberale; conobbi che i destini dell'Italia, se pure pendono questi da Mazzini, erano nelle mani dell'intrigante James e della signora H[awkes]; che l'onore e gl'interessi dei patrioti stavano in potere di queste due persone, che ne fanno un mercato.
| |
Mazzini Blaydon-Burn Rimanti Italia Emilia Haw Mazzini James Stansfeld Mazzini James Stansfeld James James Graham Italia Mazzini James
|