Ne debbo uscire trionfante,
aggiungeva "o ucciso; non ci vogliono per conseguente gli elementi del fatto della Spezia, o quelli del Cantone Grigioni. Non voglio diventare ridicolo."
Egli, in data del 17 novembre, rispondeva a quelle mie parole così:
Quanto alle allusioni che fai al passato, credo che tu giudichi male com'essi giudicano: ma ciò non significa. Aiuta il nostro paese come da coscienza ti detta; fo e farò io lo stesso dal canto mio.
Addio. GIUS. MAZZINI
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Le mie ragioni non valsero: il core l'ebbe vinta sulla politica; non fuvvi più contatto fra me e lui; fui scomunicato. Si sparsero per ogni dove voci di diffidenza e di calunnia contra di me. Io me ne risi; e buoni patrioti, se si eccettuano le otto o dieci gonnelle da cui sono circondati Mazzini, Campanella e Saffi, se ne risero al pari di me.
Quantunque nella sua del 14 novembre dicesse altresì: "Nessun moto s'inizierà (in Italia) in senso buono... senza di me: il solo elemento capace di agire, gli uomini di fatti, il popolo, non conoscono, a torto o a ragione, che me"; mi mantenni libero, indipendente e fermo.
Seguitai, come se nulla fosse, a fare i pubblici discorsi sull'Italia; e il 20 di maggio del 1857 pubblicavo le Mie Memorie, adattandole al senso inglese, e dando qualche idea della educazione e vita familiare usata in alcune provincie italiane.
Parlando di politica, dicevo che l'Italia manca oggidì di un uomo, che per ingegno militare e politico possa, con isperanza di trionfo, mettersi a capo della sua redenzione; che questi, il Washington italiano, sorgerà dalle classi vergini della società, perché l'Italia nelle prolungate e importanti occasioni non mancò mai di grandi uomini; che nessuno ha la simpatia universale degli Italiani, sicché al presentarsi di lui si vogliano essi levare, nella convinzione che li condurrebbe al trionfo della causa; che chi tiene il contrario, scenda francamente nell'arena, e dia a vedere col fatto, che le mie asserzioni sono bugiarde; dicevo che Mazzini, con tutto il suo buon volere, non ha fatto sino ad ora che sacrificare inutilmente delle vittime, ed insinuare disunioni tra i patrioti; da ultimo ripetevo le mie parole di fede politica, di già superiormente accennate.
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