Dall'esposto nelle Mie Memorie è chiaro:
1°) che i miei principî inalterabili sono repubblicani;
2°) ch'io distinguo l'uomo - Mazzini - dal principio, e dalla causa italiana;
3°) che allo scioglimento del Comitato nazionale italiano i mazziniani rappresentarono una fazione e non già il partito nazionale;
4°) che seguitai Mazzini, perché ritenni che la nazione lo risguardasse come capo della rivoluzione, e che possedesse i mezzi morali e materiali per farla insorgere;
5°) che convinto per prolungata esperienza del contrario, lo lasciai;
6°) che sono pronto a seguire indistintamente quel governo (purché non papa o stranieri), o quell'individuo, che con efficacia e potenza di mezzi imprenda la guerra della libertà.
Questi sono i pensieri politici delle Mie Memorie; ora li confermo pienissimamente, ed aggiungo, che quando dico mazziniano, non intendo già di chi segue il principio dell'azione da lui predicata (perché è appunto mia opinione di dover sempre agire), ma sibbene di coloro che ciecamente si fanno di lui strumenti; di coloro che adottano tutte le formole, e parole, e massime del suo sistema; che si fanno intolleranti, e maledicono chiunque nutre in petto opinioni diverse.
Dacché conobbi col fatto, che alla sua volontà sarebbe capace di posporre la salute del paese; dacché conobbi in esso il despota dell'idea, del capriccio, dell'infallibilità; che buono o cattivo, giusto o ingiusto, eran tutt'uno, purché al suo volere servissero: travidi in lui un essere paragonabile all'attuale Napoleone.
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