E perché voi, giovani italiani, possiate più agevolmente concepire in che consister deve questo prepararci attivamente alla rivoluzione, mi faccio a descrivere che cosa noi siamo oggigiorno, e quale è lo stato dei partiti che dividono l'Italia.
CAPITOLO QUATTORDICESIMO
Che cosa fossero gl'Italiani, prima e durante l'impero romano, è assai noto; né fia mestieri che mi faccia qui a dipingerne la virtù civile e militare, la politica saggezza, e l'eroismo che li fece padroni del mondo conosciuto.
Come la repubblica fu uccisa, la società romana si fece a poco a poco decrepita; e carca d'oro, e sprofondata nelle più raffinate lascivie, diè cittadinanza e armi agli stranieri; sì che questi s'impadronirono della somma delle cose governative, e coi loro fratelli del settentrione europeo ricuoprirono di barbarie le provincie italo-romane.
Col procedere dei secoli, il sangue italiano riacquistò forza e spirito d'individuale indipendenza; il quale, unito all'elemento municipale, rimasto sempre in vita, diè nascimento all'ardente amore di libertà, che smosse tutte le passioni del cuore umano, agitò da un punto all'altro le città italiane, diede origine alle repubbliche del medio evo, e fu cagione che si schiudesse una nuova epoca di glorie per gl'Italiani; epoca a cui l'Europa va debitrice della civiltà, delle arti, letteratura, industria e commercio.
Ma a que' tempi di nuove grandezze italiane, v'era libertà vera? No.
L'essenza della libertà consiste nella manifestazione e simultaneo soddisfacimento ed azione di tutti gli interessi, diritti e poteri; nel tornaconto generale di tutti gli esseri ragionevoli, di tutti gli elementi che costituiscono la società. Vuolsi quindi esclusione della monarchia, oligarchia, democrazia, teocrazia; parole indicanti governi parziali, governi di caste o, per meglio dire, di fazioni.
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