7°) che la formola Dio e Popolo, usata pel primo dal fanatico riformatore religioso fra Savonarola nel 1489, è la più degna, la più potente per emancipare l'Italia e l'Europa, ed è migliore e più progressiva di quella adottata dalla servile democrazia francese, di libertà, eguaglianza e fraternità, la quale, a suo parere, non è altro che formola istorica;
8°) che, come il filosofo Fichte identificò l'uomo con Dio; Schelling mischiò Dio e la natura; Hegel assunse per dogma, che la mente umana essendo il criterio della verità, si avvicina senza posa alla divinità, e finisce per essere da essa assorta; e i seguaci di questo non vollero ammettere la divinità, onde non riconoscere altro Dio che l'uomo, o, per meglio dire, l'umanità: così egli - Mazzini - interpretando la formola Dio e Popolo, dice che Dio s'incarna coll'umanità, ovvero l'umanità con Dio, e che perciò Dio e Popolo sono tutt'uno;
9°) che egli è l'interprete delle leggi di Dio, che fa parte di sé stesso, che è emanazione dello Spirito Santo; che ha la santa missione da Dio di rigenerare l'Italia, e con essa l'universo.
Passando poi dalle teorie ai fatti, egli vuole nei suoi proseliti cieca obbedienza, vale a dire assolutismo e dittatorato nella sua persona: quanto al mezzi di giungere alla redenzione italiana, l'azione costante di due, di cinque, di venti, o di cento individui.
L'insieme di queste dottrine, non che il suo fare dispotico, ha portato per conseguenza: 1°) che tutti i migliori si sono distaccati da lui; 2°) che a nulla di buono riuscì mai; 3°) che portò disunioni nel partito nazionale; 4°) che dalla universalità degl'Italiani è tenuto in gran concetto, come uomo costante nelle sue idee, come un profeta, un essere misterioso, un mito; 5°) che giovani entusiastici, varie donne fanatiche, e vecchi e ciechi amici lo considerano come il genio della politica.
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