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      Quei poveri impiegati veramente affezionati al Governo, i quali sono di altre provincie, vengono tacciati di zelanti, d'indiscreti, di visionarî; beffati, screditati, tolti alla possibilità di far bene. I fatti obbrobriosi del 43 e del 45 ce ne dànno le prove. Quando nel 43 il nostro affezionatissimo Curzi, dietro le notizie dettagliatissime che io gli detti per primo, come risulta dal processo, e che poscia si procurò anche più chiare da se stesso, implorava dall'Eccellentissimo Spinola la permissione di carcerare Zambeccari e i suoi consorti, per impedire che si sollevassero; una folla di ipocriti aggirò talmente quel degno porporato, che usando della sua autorità disse a Curzi: Se voi li farete carcerare, io li farò dimettere. Vi si dànno ad intendere dei sogni: noi d'altronde siamo bene informati che tutto è tranquillo. Quando Cavana, nel luglio o agosto del 45, andò a Fusignano a carcerare il giardiniere Calcagnini, scrisse con termini i più energici perché gli si permettesse di carcerare Beltrami e i suoi compagni. Spalazzi, già circuito, disse con me: Il capitano è un fanatico, che non sa quello che si dice; va mendicando pretesti per ingraziarsi col Governo; tutto è tranquillo, ed egli non sogna che rivoluzioni; d'altronde gli abbiamo ordinato che ritorni al suo posto. Il cardinale Ugolini fu talmente persuaso della innocenza di Beltrami, che presentatogli da Feoli, lo tenne a desinare seco pochi giorni prima che scoppiasse la rivolta. E Feoli sapeva in quali acque pescasse Beltrami, perché n'era stato avvisato dal Ghigi di Ravenna; e d'altronde Feoli ebbe l'imprudenza di dirlo allo stesso Beltrami.


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Memorie Politiche
di Felice Orsini
pagine 371

   





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